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Il Martirologio Romano è un libro liturgico in cui la Chiesa fà memoria dei suoi Martiri e dei suoi Santi nei singoli giorni dell’ anno. E’ sembrato a noi importante (...)
 
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Santi, Beati, Venerabili, Servi di Dio e Testimoni della fede in Cristo Gesù
Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore
il mio primo santino.... 1977!
 
PENSIERI SULLA SANTITÀ

"Nei Santi, il Signore manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto"

(Lumen Gentium)

"Guardiamo i santi, ma non soffermiamoci troppo a contemplarli, piuttosto contempliamo con loro Colui la cui contemplazione ha riempito la loro vita (...) Prendendo da ciascuno quel che ci sembra più conforme alle parole e agli esempi di nostro Signore Gesù, nostro solo e vero modello".

(beato Carlo di Gesù)

" i Santi... ciotole di terracotta in cui bere a piccoli sorsi il Cielo" (Damiano Grenci)

"i Santi... briciole di pane che danno il gusto del Pane di Vita: Cristo Signore". (Damiano Grenci)

“Le reliquie (dei santi) ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti che con la forza della sua grazia, concede, ad esseri fragili, il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei santi e dei martiri, la Chiesa non dimentica che in definitiva si tratta di povere ossa umane che appartengono a persone visitate dalla potenza viva di Dio. Le reliquie sono tracce di questa presenza invisibile ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il regno dei cieli che è dentro di noi. Esse gridano con noi e per noi: “Maranathà!”, “Vieni Signore Gesù”.

(S. S. Benedetto XVI)

“Dimmi i santi che ami e io ti dirò la santità che speri” (Card. José Saraiva Martins)

“La santità non è frutto di scelta umana. Non la si può valutare con criteri umani, né stabilire con procedure umane… la santità appartiene a Dio. i santi non sono che uomini di Dio. con un loro modo particolare, definiscono il quadro delle relazioni tra Dio e umanità, con criteri che solo Dio stabilisce. La santità trascende gli angusti confini delle nostre divisioni, dei nostri scismi. L’unità della Chiesa la si raggiunge e realizza grazie alla loro dignità, che diventa comprensibile solo in questo mondo. I santi fanno così da ponte nelle relazioni interecclesiali, non solo perché intercedono per la chiesa, ma perché attingono al loro bontà da quella fonte unica, che è il solo Signore; sono il fondamento della sua Chiesa Una e Santa.”

(S. E. Chrisostomos Konstantinidis, Metropolita di Efeso)

“I santi non conoscono le frontiere, le nazioni; non conoscono nessuna divisione né appartenenza. Loro sono al di sopra di tutti e per tutti! I santi sono il legame più forte tra la terra e il cielo, e ancora tra i popoli stessi. Loro sono i nostri rappresentanti davanti al Signore e mediatori tra i popoli. Loro portano pace laddove c’è discordia e degli sconosciuti fanno amici.”

(S. B. Stefan, Arcivescovo di Ohrid e di Macedonia)

“La devozione ai santi ha un significato speciale per il fatto che essi sono contemporanei: ci richiamano che il mistero di Cristo è presente a noi. (…) Il miracolo più grande che io conosca… il miracolo è il dimostrare della potenza con cui Iddio “mena per il naso” tutti, facendo cose grandi senza il concorso di nessuno! Perciò guardatevi dal prendere in giro i nomi dei santi e invece siatene devoti. La prima devozione deve essere ai santi contemporanei nostri… attraverso di essi, vuole (la Chiesa) insegnare quello che è importante per la Chiesa oggi”.

(don Luigi Giussani, sacerdote ambrosiano, fond. di CL)

Ogni anno, nel tempo delle Rogazioni, i canonici di Notre-Dame avevano l’abitudine di portare in processione per le vie della capitale le principali reliquie del loro tesoro, e la chiesa di San Lazzaro era una di quelle che essi visitavano. La vigilia di una di queste processioni, San Vincenzo disse alla sua comunità: “Ci disponiamo a ricevere queste sante reliquie, come se i santi medesimo, di cui sono le reliquie, ci facessero l’onore di venirci a visitare; onoreremo così Dio nei santi, e lo supplicheremo di renderci partecipi delle grazie che ha riversato tanto abbondantemente nelle anime loro”

(Conferenze di san Vincenzo de’ Paoli, 32)

“Non hai ancora capito, Milano mia, che fu precisamente per mezzo del Santo Chiodo della Croce di Gesù Cristo, che devotamente conservi e adori, che fosti ultimamente liberata dalla peste? Chi può contare quanti benefici ricevono e quante grazie continuamente ottengo(le popolazioni) per l’intercessione dei santi dei quali venerano le reliquie? … In tanti modi Gesù Cristo ha glorificato i suoi santi; … ha onorato come parti del suo corpo le reliquie, compiendo miracoli ed elargendo benefici per merito loro”.

(San Carlo Borromeo in Memoriale ai milanesi)

“Innumerevoli ceneri di Santi noi vedemmo opposte nell’urbe Rotulea, o Valeriano, pontefice di Cristo. Vuoi forse conoscere le epigrafi opposte sui singoli locali ed i rispettivi nomi? Sarebbe difficile per me il ricordarli tutti. Sì grande è il numero dei santi che massacrò l’empio furore della Roma Troiana quand’era ancora dedita al culto dei Patrii Numi. Moltissimi sepolcri sono insigniti, è vero, di laconiche scritte o si fregiano di epigrafi coi nomi dei martiri. Ma ci sono altresì delle tombe enepigrafi, dove incede del nome, c’è solo il numero delle vittime. Quanti corpi di Santi giacciono in quei poliandri lo puoi sapere solo dalla cifra segnata sulla tomba, giacché su di essa non vi leggeresti alcun altro nome. Ricordo d’aver saputo che in un cementero, sotto una stessa pietra tombale riposano le reliquie di ben settanta martiri. I loro nomi Cristo solo conosce, giacché egli li rese degni della sua amicizia”.
(Prudenzio, IV secolo)

“Un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell'amore cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro testimonianza. Essi sono coloro che hanno annunciato il Vangelo dando la vita per amore. Il martire, soprattutto ai nostri giorni, è segno di quell'amore più grande che compendia ogni altro valore. La sua esistenza riflette la parola suprema pronunciata da Cristo sulla croce: « Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno » (Lc 23, 34). Il credente che abbia preso in seria considerazione la propria vocazione cristiana, per la quale il martirio è una possibilità annunciata già nella Rivelazione, non può escludere questa prospettiva dal proprio orizzonte di vita. I duemila anni dalla nascita di Cristo sono segnati dalla persistente testimonianza dei martiri.

Questo secolo poi, che volge al tramonto, ha conosciuto numerosissimi martiri soprattutto a causa del nazismo, del comunismo e delle lotte razziali o tribali. Persone di ogni ceto sociale hanno sofferto per la loro fede pagando col sangue la loro adesione a Cristo e alla Chiesa o affrontando con coraggio interminabili anni di prigionia e di privazioni d'ogni genere per non cedere ad una ideologia trasformatasi in un regime di spietata dittatura. Dal punto di vista psicologico, il martirio è la prova più eloquente della verità della fede, che sa dare un volto umano anche alla più violenta delle morti e manifesta la sua bellezza anche nelle più atroci persecuzioni.

Inondati dalla grazia nel prossimo anno giubilare, potremo con maggior forza innalzare l'inno di ringraziamento al Padre e cantare: Te martyrum candidatus laudat exercitus. Sì, è questo l'esercito di coloro che « hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello » (Ap 7, 14). Per questo la Chiesa in ogni parte della terra dovrà restare ancorata alla loro testimonianza e difendere gelosamente la loro memoria. Possa il Popolo di Dio, rinforzato nella fede dagli esempi di questi autentici campioni di ogni età, lingua e nazionalità, varcare con fiducia la soglia del terzo millennio. L'ammirazione per il loro martirio si coniughi, nel cuore dei fedeli, con il desiderio di poterne seguire, con la grazia di Dio, l'esempio qualora le circostanze lo richiedessero”.

(Incarnatione Mysterium, 13)

“Il Concilio Vaticano II ricorda che «la Chiesa, secondo la tradizione, venera i Santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini».[323] L’espressione “reliquie dei Santi” indica anzitutto i corpi – o parti notevoli di essi – di quanti, vivendo ormai nella patria celeste, furono su questa terra, per la santità eroica della vita, membra insigni del Corpo mistico di Cristo e tempio vivo dello Spirito Santo (cf. 1 Cor 3, 16; 6, 19; 2 Cor 6, 16). Poi, oggetti che appartennero ai Santi, come suppellettili, vesti, e manoscritti, e oggetti che sono stati messi a contatto con i loro corpi o i loro sepolcri, quali olï, panni di lino (brandea), ed anche con immagini venerate.
Il rinnovato Messale Romano ribadisce la validità dell’«uso di collocare sotto l’altare da dedicare le reliquie dei Santi, anche se non martiri».Poste sotto l’altare, le reliquie indicano che il sacrificio delle membra trae origine e significato dal sacrificio del Capo,[326] e sono espressione simbolica della comunione nell’unico sacrificio di Cristo di tutta la Chiesa, chiamata a testimoniare, anche con il sangue, la propria fedeltà al suo Sposo e Signore.
A questa espressione cultuale, eminentemente liturgica, se ne aggiungono molte altre di indole popolare. I fedeli infatti amano le reliquie. Ma una pastorale illuminata sulla venerazione dovuta ad esse non trascurerà di:
- assicurarsi della loro autenticità; là, dove essa sia dubbia, le reliquie dovranno, con la dovuta prudenza, essere ritirate dalla venerazione dei fedeli;
- impedire l’eccessivo frazionamento delle reliquie, non consono alla dignità del corpo umano; le norme liturgiche, infatti, avvertono che le reliquie devono essere «di grandezza tale da lasciare intendere che si tratta di parti del corpo umano»;
- ammonire i fedeli a non lasciarsi prendere dalla mania di collezionare reliquie; ciò nel passato ha avuto talvolta conseguenze deprecabili;
- vigilare perché sia evitata ogni frode, ogni forma di mercimonio, e ogni degenerazione superstiziosa.
Le varie forme di devozione popolare alle reliquie dei Santi, quali sono il bacio delle reliquie, l’ornamento con luci e fiori, la benedizione impartita con esse, il portarle in processione, non esclusa la consuetudine di recarle presso gli infermi per confortarli e avvalorarne la richiesta di guarigione, devono essere compiute con grande dignità e per un genuino impulso di fede. Si eviterà in ogni caso di esporre le reliquie dei Santi sulla mensa dell’altare: essa è riservata al Corpo e al Sangue del Re dei martiri”.

(Direttorio su Pietà popolare e liturgia, 2002, nn. 236-237)

"Nulla infatti più dei martiri è prossimo ai misteri di Cristo: essi hanno in comune con il Cristo il Corpo e lo Spirito, il tipo di morte e tutto. Mentre erano in vita il Cristo era in loro, dopo la morte non abbandona le loro spoglie. È unito alle anime, ma è congiunto e commisto anche a questa polvere sorda; anzi, se è dato di trovare e di possedere il Salvatore in qualcuna delle realtà visibili, ciò è possibile proprio nelle ossa dei santi.

Perciò, giunto al tempio, il vescovo apre loro le porte con le medesime parole con le quali avrebbe introdotto il Cristo e infine rende loro quasi gli stessi onori che ai santi doni. Del resto - scrive sempre Cabasilas - queste ossa sono vero tempio di Dio e vero altare, mentre il tempio fabbricato dalla mano dell'uomo non è che un'imitazione del vero. Ecco perché era conveniente collocare queste ossa in quell'edificio e servirsi di esse per completare la consacrazione del tempio, come la nuova legge porta a compimento l'antica".
(Nicola Cabasilas, liturgo sec. XIV)

"Anche quando l'anima non è più presente, c 'è una forza nei corpi dei santi".
(san Cirillo di Alessandria, Catechesis)

"I Santi erano pieni di Spirito Santo in vita, e la grazia dello Spirito Santo è inseparabilmente presente alle loro anime e ai loro corpi nei sepolcri"
(San Giovanni Damasceno, De imaginibus, 1,19)

Siate santi,
perché io,
il Signore vostro Dio,
sono santo.
(Lv 19,2)

Ci sono i Santi e i santi...
I Santi sono quelli canonizzati, catalogati, inventariati nel nostro calendario...
E poi ci sono i santi:
Quelli che sanno dire la verità a rischio della loro situazione professionale, o della loro vita.
Quelli che osano agire secondo la loro anima e coscienza, procedendo magari a ritroso rispetto all'ordine stabilito.
Quelli che si rifiutano di far concessioni alla disonestà e alla ipocrisia.
Quelli che si impegnano in nome di Gesù.
Quelli che consacrano la loro vita a contemplare Dio.
Quelli che dedicano un po' del loro tempo agli altri.
Quelli che dedicano tutto il loro tempo agli altri.
Quelli che sanno guardare con amore chiunque, comunque sia, com'è.
Quelli che credono che nel peggiore individuo c'è sempre una briciola di buono.
Quelli che hanno sempre la porta, le orecchie, il cuore aperti.
Quelli che fanno sempre con coscienza e buonumore un lavoro fastidioso.
Quelli che danno amabilmente un buon sorriso, anche quando sono giù di morale.
(A. Vanderstraten - Jesus - 1986)

“La santità è una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli fra le braccia di Dio, consci della nostra debolezza, e fiduciosi fino all’audacia nella sua bontà di Padre”
(S. Teresa di Gesù Bambino, Novissima verba, 3 agosto 1897)

“Come una goccia d’acqua mescolata a molto vino, sembra perdersi scomparire del tutto, perché assume il sapore e il colore del vino, e come un ferro rovente e incandescente diviene molto simile al fuoco e perde il suo aspetto originario, e come l’aria inondata dalla luce del sole, si trasforma nella stessa luminosità della luce, a tal punto che non sembra più illuminata ma appare essa stessa luce, così è necessario che nei santi (in noi) ogni affezione umana si liquefaccia, in qualche ineffabile modo, in se stessa, e che si trasformi totalmente nella volontà di Dio. altrimenti come potrebbe avvenire che Dio sarà tutto in tutte le cose, se nell’uomo restasse qualcosa dell’uomo? Rimarrà certamente la sua sostanza, ma sotto un’altra forma, sotto un’altra gloria, sotto un’altra potenza”. (san Bernardo di Chiaravalle, L’amore di Dio, nn. 28-29).

“A Dio piace innaffiare la sua messe con il sangue dei martiri: oh, fossi io trovata degna del martirio”. (Geltrude Li, giovane cinese, da una lettera, febbraio 1952)

“La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto, umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato”.
(Presbiterorum Ordinis, 33)

“La vita dei santi è norma di vita e noi possiamo seguire sulle loro orme risplendenti, per così dire, una specie di sentiero di integrità, aperto dalla loro virtù”
(sant’Ambrogio)
 
strano! ma questa è la mia radio
Se vuoi rimane giovane.. ascolta DISCORADIO!
PREGHIERA PER IMPLORARE GRAZIE PER L'INTERCESSIONE
DEL SERVO DI DIO IL PAPA GIOVANNI PAOLO II

O Trinità Santa,
ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa
il Papa Giovanni Paolo II
e per aver fatto risplendere in lui
la tenerezza della tua paternità,
la gloria della Croce di Cristo
e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia
e nella materna intercessione di Maria,
ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore
e ci ha indicato la santità
come misura alta della vita cristiana ordinaria
quale strada per raggiungere la comunione eterna con te.
Concedici, per sua intercessione, secondo la tua volontà,
la grazia che imploriamo,
nella speranza che egli sia presto annoverato
nel numero dei tuoi santi.
Amen.
SITO UFFICIALE
madre Maria Amata Fazio, visitandina di Palermo
Madre Maria Amata Fazio nacque a Palermo nel 1915, decima di dodici figli. Conseguito il diploma magistrale, nel 1934 entrò nell’Istituto delle Serve dei Poveri, fondato dal b. Giacomo Cusmano. Appena professa, le vennero affidate le novizie. Ma l’anelito da sempre avvertito verso la vita contemplativa la spinse a chiedere e ottenere il passaggio all’Ordine della Visitazione, nel Monastero di Palermo (1948). Compiuto il tempo di noviziato ad Annecy, culla dell’Ordine, ritornò a Palermo, ove ben presto venne eletta Superiora, tale rimanendo – con le dovute interruzioni – per ben 27 anni, facendo rifiorire il Monastero nei muri e soprattutto nelle persone. Difficoltà all’esterno e sofferenze nell’intimo furono sue compagne fedeli, senza fermarla mai. Nel 1996 fu colpita da paralisi, che, inchiodandola sulla sedia a rotelle, la fissò in uno stato di incessante preghiera e sofferenza. Si spense serenamente il 23 febbraio 2005. La sua vita e i suoi pochi ma ardenti scritti la manterranno viva nella memoria di chi l’ha conosciuta di persona o tramite le sue parole.

"Sentii che la grazia, soltanto la grazia, era l’unico possibile, adeguato sostegno alla impossibilità umana” (Madre Amata).
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Santa Bernadetta, prega per la gioventù della PML!
“Quando Nostro Signore sarà nel vostro cuore, abbandonatevi a lui e gustate in pace le delizie della sua presenza. Amate, adorate, ascoltate, lodate, vi dirò anche: gioite. … Gli angeli invidiano la tua gioia, possedendo questo Dio tre volte Santo, cantando incessantemente le sue lodi, ma non possono riceverlo come noi. … Che bontà quella di Gesù nell’abbassarsi, fino a donarsi a noi e a fare del nostro povero cuore la sua dimora”.

(Santa Bernadette)
 
Damiano Marco Grenci, sacerdote della Diocesi di Milano, nato il 10 maggio 1968, battezzato il 12 maggio 1968, comunicato per la prima volta il 15 maggio 1977, cresimato il 31 maggio 1981, ordinato diacono l?1 ottobre 1997 e ordinato presbitero il 13 giugno 1998. Appassionato di agiografia e cultore di immaginette sacre dal 1977; ho scritto il libro "Sostene di Calcedonia - Testimone di Cristo" e altri quaderni tematici. Sono socio dell'AICIS, dell'AISSCA e collaboro con il sito web cartantica.it.

Grenci don Damiano Marco
via Catania 40\a
20099 Sesto San Giovanni (MI)
e-mail damianogrenci@virgilio.it
 
 
Un anniversario nel 2008…

Beata Camilla Battista Varano (n. 1458)
Beata Maddaena Morano (m. 1908)
Beato Antonio di San Domenico m. in Giappone (n. 1608)
Beato Francesco Montmorency Laval (m. 1708)
Beato Giorgio Gervase m. in Inghilterra (m. 1608)
Beato Giovanni Duns Scoto (m. 1308)
Beato Guglielmo (William) Terry m. in Irlanda (n. 1608)
Beato Leo SaichoShichiemon m. in Giappone (m. 1608)
Beato Matteo Flathers m. in Inghilterra (m. 1608)
San Andrea Avellino (m. 1608)
San Francesco Caracciolo (m. 1608)
San Giuseppe Freinademetz (m. 1908)
San Lorenzo diacono martire di Roma (m. 258)
San Paolo di Tarso (n. 8 o 9 d.C.)
San Tommaso Garnet m. in Inghilterra (m. 1608)
San Yusuf Jurj Kassab Al-Hardini (m. 1858)
Santa Benedetta Cambiago Frasinello (m. 1858)
Santa Chiara di Montefalco (m. 1308)
Santa Francesca Romana (can. 1608)
Venerabile Diomira (Teresa Serri) dell’Incarnazione (n. 1708)
Venerabile Ignazio Capizzi (n. 1708)

Apparizione di Lourdes (1858)
 
 
Tu, o Maria, sei Madre del dolore, tu sei colei che non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente assenza, e in Lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli nel silenzio dell’attesa. Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l’icona della Chiesa dell’Amore, sostenuta dalla fede più forte della morte e viva nella carità che supera ogni abbandono.
O Maria, ottienici quella consolazione profonda che ci permette di amare anche nella notte della fede e della speranza e quando ci sembra di non vedere neppure più il volto del fratello!
Intercedi per noi affinché viviamo nel tempo con la speranza dell’eternità, con la certezza che il disegno di Dio sul mondo si compirà a suo tempo e noi potremo contemplare con gioia la gloria del Risorto, gloria che già è presente, pur se in maniera velata, nel mistero della storia.

(Cardinale Martini)
 
GUARDIA D'ONORE AL SACRO CUORE
“Eterno Padre, accetta in sacrificio di propiziazione per i bisogni della Santa Chiesa e in riparazione dei peccati degli uomini, il Sangue prezioso e l'Acqua che uscirono dalla ferita del divin Cuor di Gesù ed abbi pietà di noi”
beata Maddalena Sordini, prega per me!
"Spirito Santo Dio di amore e di carità, sacro nodo che tiene strettamente unito il Padre eterno con l'Unigenito suo Figlio, amabile autore di tutte le sante e caste unioni, ti adoriamo e ti ringraziamo per averci unite così perfettamente nel divinissimo Sacramento dell'Eucaristia col nostro Salvatore Gesù Cristo, nostro adorabile Redentore… vero Dio e vero Uomo, affinché perseveriamo in questi giusti sentimenti ed in lodarti e adorarti incessantemente, non permettere che giammai ci separiamo da te con le nostre ingratitudini… col perdere la tua Presenza." (beata Maddalena)
Un Santo per i calabresi, un calabrese per Santo
Un santo per l'Unità dei Cristiani!
San Giuseppe, sposo di Maria
Preti nel Web
città di S. Sostene (CZ)
Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio
 
“Sento, però, che tutto sarebbe molto più semplice se io davvero riuscissi a mettere Cristo al primo posto. Se riuscissi a metterti, Signore, dl centro del mio essere, del mio avere, del mio vivere sono sicura che avrei la sicurezza che la tua forza mi sostiene. E invece no. Ragiono troppo! Sono troppo piena di me e non ho il coraggio di abbandonare e di fare la tua volontà. È un periodo di deserto e di oasi, ma io vorrei che finisse presto, che dopo l’aridità davvero fiorissero le mie zolle”.

Santa Scorese
(1968 - 1991)
 
Paksane, 1 XII 1958

“Quando Gesù trionferà pienamente nelle nostre anime?
Quando verrà e non ci abbandonerà mai più,
e sarà vinta per sempre la lotta col male?

Potessi fermare tutta la mia vita accanto al Tabernacolo e pregare, unicamente pregare.
Poter celebrare una lunga santa Messa e salvare tutti gli uomini:
una santa Messa che mi faccia Cristo col Cristo
sull’altare della Calvario”.

Padre Mario Borzago (1932 – 1960),
sacerdote O.M.I.,
martire in Laos
     
 
     
 
BEATIFICAZIONI E CANONIZZAZIONI
 
Congregazione delle Cause dei Santi

Promulgazione di Decreti

CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto l'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e nel corso dell'Udienza ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

MIRACOLI
- Beata Candida Maria di Gesù Cipitria y Barriola (al secolo: Giovanna Giuseppa), Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù; spagnola, (1845-1912);
- Venerabile Servo di Dio Giovanni Enrico Newman, Cardinale e Fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra; inglese, (1801-1890);
- Venerabile Servo di Dio Angelo Paoli (al secolo: Francesco), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani dell'Antica Osservanza; italiano, (1642-1720);
- Venerabile Serva di Dio Maria Alfonsina Danil Ghattas (al secolo: Soultaneh Maria), Confondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Rosario di Gerusalemme; nata a Gerusalemme (1843-1927);

MARTIRIO
- del Servo di Dio Giuseppe Samsó i Elías, Sacerdote diocesano, Parroco ed Arciprete di Santa Maria de Mataró; spagnolo, nato nel 1887 e ucciso, in odio alla Fede, il 1° settembre 1936 durante la persecuzione religiosa in Spagna;
- dei Servi di Dio Teofilo Fernández de Legaria Goñi (al secolo: Beniamino), e IV Compagni, Sacerdoti professi della Congregazione dei Sacri Cuori (PICPUS), uccisi, in odio alla Fede, durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936;
- del Servo di Dio Giorgio Häfner, Sacerdote diocesano; tedesco, nato nel 1900 e ucciso, in odio alla Fede, nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 20 agosto 1942;
- del Servo di Dio Zoltán Ludovico Meszlényi, Vescovo titolare di Sinope e Vescovo Ausiliare di Esztergom in Ungheria; ungherese, nato nel 1892 e ucciso, in odio alla Fede, a Kistárcsa (Ungheria) il 4 marzo 1951.

VIRTÙ EROICHE
- del Servo di Dio Engelmar Unzeitig (al secolo: Uberto), Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari di Mariannhill; nato nella Moravia dell'Est nel 1911 e morto a Dachau (Germania) il 2 marzo 1945;
- della Serva di Dio Anna Maria Janer Anglarill, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell; spagnola, (1800-1885);
- della Serva di Dio Maria Serafina del Sacro Cuore di Gesù Micheli (al secolo: Clotilde), Fondatrice dell'Istituto delle Suore degli Angeli; nata a Imèr (Trento, allora Impero Austro-Ungarico) nel 1849 e morta a Faicchio (Italia) nel 1911;
- della Serva di Dio Teresa Manganiello, giovane laica, del Terz'Ordine di San Francesco; italiana, (1849-1876)
 
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santi Giusto e Pastore martiri
“O Dio, che fai dono della tua santità
anche hai bambini che ne sono ignari…”
(Orazione sui doni – Messa dei Ss. Innocenti)


“Aiutami ad afferrarti Gesù.
Non permettere che la vita e i suoi buffi e
strani andamenti mi stanchino da te.
Ho trovato un tesoro, una perla preziosa,
non posso sprecare una così bella e grande occasione”.
(Alessandro Galimberti)

“Non conta quanto, ma come vivere”
(Maria Cristina Liunetti)
Materiale proprio e altrui per la pastorale
Qumran
Felicità ...
A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».

(dal Vangelo di Luca – cap. 7)
“Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme” (Elisa)

“Spesso capita se insegui quel che vuoi
che non apprezzi quel che hai
per esempio io vivo la mia libertà
ma qualcuno muore per difenderla” (Nek)

Gioisci, figlia di Sion,
esulta, Israele,
e rallegrati con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non vedrai più la sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore tuo Dio in mezzo a te
è un salvatore potente.
Esulterà di gioia per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
si rallegrerà per te con grida di gioia,
come nei giorni di festa». (dal libro del profeta Sofonia – cap. 3)

La GIOIA è qualcosa che va oltre le apparenze, le ricerche affannate di ciò che non si ha! È solo dono di Dio, da custodire nel mistero del proprio cuore!

Ogni uomo è un mistero che solo Dio conosce e comprende profondamente!

Non affannarti per ciò che non hai, sarai triste!
Non giudicare, perché sarai giudicato e sarai triste perché incompreso nel tuo cuore!

Gioisci per ciò che hai, che sei … così come ti ama e ti conosce il Signore tuo Dio!
Allora sarai felice e non ti cadranno le braccia!
Gioisci "come nei giorni di festa!"